2^ Parte del racconto

Inizialmente l’Ara Pacis si trovava nel Campo Marzio, poi, a causa degli straripamenti del fiume Tevere, nella zona vi fu un innalzamento del terreno e dell’altare si perse il ricordo. Il recupero di questa grandiosa opera iniziò nel XVI secolo, ma solo nel 1859 si riscoprì l’altare; tuttavia i lavori si fermarono di nuovo. Nel luglio del 1903 iniziarono di nuovo, ma fu subito chiaro che le condizioni erano estremamente difficili: perciò furono recuperati 53 frammenti del monumento e dopodiché lo scavo venne interrotto. Gli scavi ripresero nel 1938 e contemporaneamente iniziarono i lavori di restaurazione. Il 23 settembre, Mussolini inaugurò il monumento. 

Le collocazioni nel tempo e il Museo dell’Ara Pacis

La costruzione dell’Ara Pacis avvenne nel Campo Marzio settentrionale, in quella zona, prossima al confine sacro della città (pomerium).

L’impianto urbanistico-ideologico ideato per il Campo Marzio settentrionale ebbe vita breve e nel giro di pochi decenni l’integrità dell’Horologium ( il grande orologio solare fatto costruire da Augusto) risultò compromessa. Nell’area si determinò un generale e inarrestabile innalzamento di quota, dovuto in gran parte agli straripamenti del Tevere: il destino dell’Ara Pacis appariva dunque segnato. Per più di un millennio il silenzio calò sull’Ara Pacis, facendo perdere persino la memoria del monumento.

Il recupero dell’Ara Pacis, iniziato nel XVI secolo. Dopo alcuni ritrovamenti, non si ha più notizia dell’altare fino 1859, quando Palazzo Peretti, ormai divenuto di proprietà del duca di Fiano, richiese lavori di consolidamento durante i quali fu visto il basamento dell’altare e numerosi altri frammenti scolpiti. In quella occasione furono recuperati numerosi frammenti del fregio a girali, ma solo nel 1903, a seguito del riconoscimento dell’Ara operato da Friedrich von Duhn, fu inoltrata una richiesta al Ministro della Pubblica Istruzione per la ripresa dello scavo. Nel luglio 1903, iniziati i lavori, fu subito chiaro che le condizioni erano estremamente difficili e che alle lunghe poteva essere compromessa la stabilità del palazzo. Pertanto, esplorata circa metà del monumento e recuperati 53 frammenti, lo scavo venne interrotto. Nel febbraio 1937, il Consiglio dei Ministri in vista del bimillenario della nascita di Augusto decretò la ripresa dello scavo, con l’impiego di tecniche di avanguardia. Tra il giugno e il settembre 1938 contemporaneamente allo scavo, si svolsero i lavori del padiglione, che avrebbe ospitato la ricostruzione dell’Ara Pacis sul Lungotevere. Il 23 settembre, il giorno stesso di chiusura dell’anno augusteo, Mussolini inaugurò il monumento.

Mussolini decise la ricostruzione dell’Ara nei pressi del Mausoleo di Augusto, “sotto un porticato” tra via di Ripetta e il Lungotevere. Come è noto, l’Ara Pacis venne ricostruita all’interno di un padiglione su via di Ripetta in meno di un anno e mezzo. Il progetto definitivo, presentato al Governatorato nel novembre 1937, non fu interamente rispettato in fase esecutiva, probabilmente per il grande ritardo accumulato nella realizzazione dei lavori. Infatti alla Ditta Vaselli, vincitrice della gara per la realizzazione del contenitore, venne consegnato il cantiere solo a pochi mesi dal 23 settembre, data fissata per l’inaugurazione dell’Ara Pacis. Alla base del compromesso ci fu un’intesa non scritta, tra architetto e Governatorato, di ritenere provvisoria la sistemazione e di rimettere mano alla teca dopo l’inaugurazione. Ma la somma richiesta, l’incertezza dei tempi e la guerra già nell’aria renderanno irrealizzabile quanto programmato.

Solamente nel 1970 la teca fu ripristinata.ImmagineImmagineImmagine

1° parte del racconto

Noi ragazzi del team6 abbiamo deciso di trattare i temi di Cittadinanza, Costituzione e Intercultura tramite un’opera d’arte. Abbiamo scelto come opera l’Ara Pacis Augustae (Altare della Pace Augustea) perché è un’altare che Augusto dedica nel 9 secolo a.C. alla pace nell’età augustea rappresentata da una dea romana. Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell’arte Augustea e simboleggia la pace  e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. Esso è posto in una zona del Campo Marzio, rione di  Roma. Il  suo aspetto è a noi noto tramite alcune testimonianze. Questo monumento è costituito da un recinto quadrato con decorazioni a rilievo e da due entrate, l’esterno è decorato da un fregio, in alto,  mentre in basso vi è un’ornamentazione naturalistica di girali d’acanto che rappresentano la natura vista come un bene perduto. L’altare è costituito da un podio di tre gradini ed è decorato con figure femminili.

Dati storici dell’Ara Pacis Augustae

L’Ara Pacis Augustae è un altare  dedicato da Augusto nel 9 a.C., e posto in una zona del Campo Marzio. Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell’arte Augustea e simboleggia  la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana.

 Quando Augusto tornò a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, dove aveva compiuto una missione pacificatrice,  il Senato decise che per celebrare la riuscita del suo operato si sarebbe dovuto costruire un altare sacro nel Campo Marzio,dove ogni anno i sacerdoti avrebbero dovuto compiere dei sacrifici.

Il 4 luglio del 13 a.C., infatti, il Senato fece costruire questo altare la cui dedica però non si ebbe fino al 30 gennaio del 9 a.C.

L’Ara Pacis Augustae

L’Ara Pacis Augustae è un altare (altare della pace augustea) dedicato da Augusto nel 9 a.C., e posto in una zona del Campo Marzio.

Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell’arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. L’Ara Pacis rappresenta una delle più alte espressioni dell’arte augustea e insieme un’opera dai profondi rimandi simbolici, che acquistano significato nel quadro del passaggio storico dalla Repubblica al nuovo assetto imperiale.